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Il David di Michelangelo


"Mai più s’è veduto un posamento sì dolce né grazia che tal cosa pareggi, né piedi né mani né testa che a ogni suo membro di bontà, d’artificio e di parità né di disegno s’accordi tanto.

E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qualsivoglia artefice." Giorgio Vasari, Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, 1550

 

Oltre ad essere uno dei simboli di Firenze, il David (1501-1505), è ritenuto l’ideale di bellezza maschile per antonomasia.

L’opera del Buonarroti, però, non è soltanto esteticamente bella ma nasconde anche un significato profondo: rappresenta la vittoria dell’intelletto sulla forza bruta, la vittoria dell’uomo giusto che armato soltanto di una fionda, riesce a sconfiggere il gigante tiranno Golia.

In questo personaggio si rispecchiava la neonata Repubblica Fiorentina (1494) protettrice della libertà, della giustizia e del bene comune - in contrapposizione alla tirrannia Medicea. Per questo motivo il Gonfaloniere Pietro Soderini decise di porre tale statua in Piazza della Signoria e non in uno dei contrafforti absidali del Duomo, come originariamente si sarebbe dovuto fare.

La statua ricorda la scultura classica del V secolo a.C. ma l'espressività e tensione implicita (il viso crucciato, i tendini tesi e la vena nel braccio) attualizzano l'antico canone. Nonostante il corpo risulti rilassato, lo sguardo di David è inteso, concentrato sul nemico; la mano sinistra tiene la fionda e la destra il sasso da lanciare al nemico. Egli incarna perfettamente l’uomo-eroe del Rinascimento: protagonista della storia, consapevole delle proprie potenzialità e guidato all’azione dalla ragione.

Fu un'opera rivoluzionaria per l'epoca: fino ad allora si era sempre rappresentato l'eroe biblico nel momento postumo dell'azione, ovvero un David trionfante sulla testa di Golia (vedasi Donatello).

Michelangelo, invece, immortala il momento precedente all'azione, quello in cui l’eroe biblico attende l’arrivo del gigante. Si dovrà aspettare un secolo e un altro grande artista, Bernini, per vedere rappresentato il momento dell’azione, un David intento a scagliare la pietra contro Golia.

I tre David della Storia dell'Arte: Donatello (1440), Michelangelo (1501-1505), Bernini (1623-1624)

Curiosità

Voglio riportarvi un curioso episodio raccontato da Vasari: prima che l’opera fosse completata, il gonfaloniere della Repubblica Piero Soderini si recò nello studio di Michelangelo per controllare a che punto fossero i lavori. Il Gonfaloniere, una volta vista la statua, si lamentò perché ritenva che il naso fosse troppo grande rispetto al volto. Così, con molta arroganza, pretese da Michelangelo che venisse ridotto e l'artista sembrò acconsentire alla richiesta se non ché, prima di salire sulla scala, nascose nella manicha delle vesti una manciata di frammenti e polvere di marmo.

Una volta raggiunta la testa del David avvicino le mani al naso e facendo cadere i pezzetti di marmo raccolti prima di salire, simulò di scalpellare il volto.

Finito l’intervento si rivolse al gonfaloniere domandandogli se adesso le dimensioni del naso fossero accettabili e il Soderini, non accortosi dell'inganno, se ne andò tutto soddisfatto sostenendo che adesso, grazie al suo consiglio, la statua aveva raggiunto la perfezione auspicata. Sentendo queste parole "Michelangelo se ne rise, avendo compassione a coloro che, per parere d'intendersi, non sanno quel che si dicono. In un tumulto, che si fece al Palazzo" (Aurelio Gotti, Vita di Michelangelo Buonarroti, 1876).

Tanto per farvi capire la tempra del Maestro vi racocnto anche questo aneddoto: avete mai notato il volto misterioso scolpito sulla facciata di Palazzo Vecchio? Proprio dietro l’Ercole e Caco di Bandinelli è inciso un profilo di un uomo chiamato dai fiorentini l’importuno di Michelangelo.

Si narra che ogni volta che Michelangelo passava da via Ninna - la strada tra gli Uffizi e Palazzo della Signoria - veniva importunato da uno strano personaggio che lo assillava con richieste e domande noiose. Così un giorno, tediato per l'ennesima volta dal disturbatore, il Buonarroti, fingendo di ascoltarlo, con le mani dietro la schiena, ne scolpì il ritratto sulla facciata del Palazzo.

Chi era David?

David (o Davide) era ultimo degli otto figli di Iesse. Biondo e di bell'aspetto, giunse alla corte di Saul come arpista e aveva l'incarico di alleviare le sofferenze del Re, perseguitato da uno spirito malvagio. Un giorno David si recò a trovare i fratelli arruolati come soldati, nell’esercito di Saul, in lotta contro i Filistei (siamo intorno al 1000 a.C.).

Qui assistette all’ennesima sfida di Golia: il gigante di tre metri, proponeva un duello tra lui e il campione dell'esercito nemico per decidere le sorti della guerra.

Nessuno si era mai fatto avanti ma David, per nulla impaurito, decise di accettare la sfida. Saul lo vestì così con la sua armatura ma il fanciullo, non riuscendo a muoversi liberamente, la depose e si diresse verso il campo di battaglia armato soltanto di una fionda e cinque pietre. Golia, appena visto il ragazzino, iniziò a ridere e prontamente, David, scagliò un sasso nella fronte del gigante che stramazzò dolorante a terra. Così Davide prese una spada e lo uccise tagliandogli la testa.

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